IL PERCORSO DELL'OPERA DON UVA
Superando ostacoli e grandi difficoltà nella ricerca di permessi, autorizzazioni e fondi per la sua costruzione, il sogno di Don Pasquale Uva si avvera il 10 agosto del 1922, quando nasce a Bisceglie la «Casa della Divina Provvidenza», il primo complesso ospedaliero dell’Opera Don Uva al servizio “degli ultimi fra gli ultimi”.
Dopo aver realizzato la modernissima sede di Foggia, e iniziato i lavori a Potenza, in Basilicata, e a Guidonia, in Lazio, la morte lo colse nel settembre del 1955. Fu un durissimo colpo per l'intera opera poiché l’eredità morale, materiale e spirituale della sua figura carismatica era difficile da conservare e preservare. Nuove leggi stravolsero poi lo status quo e i delicati equilibri che il padre era riuscito a creare mettendo a rischio di totale cancellazione l’intero suo operato.
Ad accompagnare don Pasquale ci sono otto giovani ragazze formatesi grazie al suo insegnamento nello spirito di sacrificio, nell’amore verso i malati e nella dedizione assoluta all’assistenza degli infermi di mente, in particolare i giovani. Le otto fanciulle, guidate dalla fede e dalla gioia della vocazione, scelgono di dedicare la propria vita a Dio attraverso l’amore per chi soffre, prendono i voti e si riuniscono in vita comune.
La Congregazione delle «Ancelle della Divina Provvidenza» è realtà e comincia il suo cammino di carità. Don Pasquale Uva vuole e vede le suore come operatrici di assistenza ai minorati abbandonati per strada e il suo carattere impetuoso e caritatevole lo porta a realizzare, in altre città e regioni italiane, strutture sanitarie in grado di prestare cura e assistenza agli infermi di mente, ai disabili psico-fisici e ai malati poveri e soli. In pratica, don Pasquale Uva decide di dedicare tutta la sua vita alla cura di quelli che lui stesso definisce «gli ultimi degli ultimi».